Il 3 marzo 2011 è stato segnato un passo negativo per l’Italia. Il governo, attraverso il decreto legislativo sulle energie rinnovabili varato dal Consiglio dei Ministri, ha dato il via ad una nuova fase d’incertezza. In un momento di crisi globale è opportuno che almeno i governi, ancor più se trattasi delle grandi potenze mondiali, diano certezze in maniera tale da apportare serenità al mondo produttivo per uscire da una crisi devastante che oramai ci tiene ingabbiati da 2 anni e, in questo momento, pare inevitabile perché volendo ridurre gli incentivi sul fotovoltaico si è di fatto determinato un blocco allo sviluppo nazionale.
L’Italia da alcuni anni aveva determinato il modello della green economy come uno dei settori sul quale investire sia produttivamente sia socialmente e non solo il nostro Paese si era appropriata di questi strumenti: basti pensare al kyoto 2020 o quando la Commissione europea presenta una “roadmap” che prevede di portare dal 20% al 25% la riduzione delle emissioni di gas-serra sempre nel 2020.
Aver invertito improvvisamente il senso di marcia in un settore in crescita (uno dei pochi a dir la verità!) ha decretato la morte dell’intero settore e, ha di fatto immobilizzato l’economia nazionale. I numeri ci sono tutti: 120 mila addetti al lavoro tra imprenditori, impiegati, ingegneri e operai e un indotto senza eguali visto che il mondo produttivo che gravita attorno a questo settore è rilevante.
Come già detto lo spessore di questa scelta risulta essere importante, socialmente è un disastro, mandare a casa centinaia di migliaia di persone a casa significa determinare una crisi dai grandi numeri per le famiglie che già si trovano sul lastrico e che da oggi non potranno guardare al domani con ottimismo.
Effetto domino si è determinato: nel sistema bancario vista la sospensione dei finanziamenti previsti; negli investitori stranieri che trovano poco appetibili gli investimenti nel nostro Paese (in questo e altri settori, visto il grado d’incertezza); negli addetti al lavoro che hanno acceso una forte mobilitazione sosrinnovabili(.it); e, infine, hanno poco apprezzato questa scelta anche dei importanti uomini di governo (Gianfranco Miccichè sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Cipe e ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo); predominio alle lobby di gas, petrolio e nucleare. Ecco allora che questo governo ha scelto il nostro futuro!
Noi, giovani democratici, chiediamo e auspichiamo che il governo e, in primis ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, anche alla luce della forte mobilitazione, possano rivedere le proprie posizioni e cogliere nel migliore dei modi tutti i suggerimenti e le speranze che i cittadini stanno mostrando in queste ore.
Mimino RICCIARDI
(Direzione nazionale Giovani Democratici)
Nessun commento:
Posta un commento